Condò – Paolo Condò è stato ospite nella puntata odierna di Radio Rossonera Talk. Di seguito riportate le sue dichiarazioni:
Su Milan-Napoli: “Ho visto una partita modesta, ma non mi aspettavo molto di più considerata la situazione particolare di entrambe le squadre dal punto di vista delle assenze. Era una partita con copione prefissato: chi faceva gol per primo aveva la possibilità di vincere perché avrebbe potuto impostare la partita a suo piacimento. Il Napoli è riuscito a schierare un attacco credibile, nonostante le assenze, ed anche dopo le sostituzioni ha schierato un secondo attacco credibile. Petagna, anche se non vale Mertens, è stato molto utile nello sviluppo delle azioni con Lozano e Elmas, ma anche quando il Napoli ha inserito Mertes, Politano e Ounas ha fatto bene. Il Milan nell’organico offensivo invece non poteva rispondere perché ha poco da aggiungere in assenza di Leao e Rebic.”
Sul gol annullato: “Giroud non ha nessuna influenza sullo sviluppo dell’azione, se ne accorge anche un bambino, ma è giusto essere corretti e ricordare che ci troviamo davanti ad un problema irrisolvibile: da anni c’è la richiesta di togliere all’arbitro la possibilità di interpretare, affidandosi solo al regolamento. Io, che non sono complottista, rimpiango la possibilità di interpretazione arbitrale, perché ieri se l’arbitro avesse avuto la possibilità di interpretare avrebbe convalidato il gol.
Ancora sul gol di Kessié: “Gli esperti hanno detto che, per evitare la questione dell’interpretazione arbitrale, si è detto che quando il giocatore in fuorigioco passivo tocca il difensore è considerata automaticamente un’interferenza, anche se ieri non c’era alcuna interferenza. Questa è la mia opinione”.
Sul calo del Milan nelle ultime sette partite dovuto agli infortuni: “La questione infortuni è un capo di imputazione giusto perché il Milan ha avuto un numero di infortuni enorme, forse eccessivo. Non c’è dubbio che, in questo momento, ci sono delle squadre che stanno filando con tutta la rosa, l’Inter ad esempio, mentre altre squadre come Milan, Juve, Napoli, Roma che hanno tanti infortunati. Queste sono cose che contano alla fine del campionato, la capacità di preservare i tuoi giocatori conta. Il Milan ad inizio stagione aveva quasi tutto l’organico a disposizione e, infatti, è partito molto bene, mentre ha cominciato a zoppicare quando sono cominciati gli infortuni. Inoltre, il Milan è partito fortissimo in campionato quando la Champions era una chimera, quando ha iniziato ad investire forte anche sulla Coppa, perché si pensava di poter strappare la qualificazione, è iniziato il rallentamento in campionato che considero fisiologico per una squadra che torna in Champions dopo tanto tempo.”
Su Kjaer e la difesa: “Per quanto riguarda la difesa, la perdita di Kjaer è stata una grossa disdetta per due motivi: il primo è ovviamente la sua perdita, il secondo riguarda il possibile sostituto, considerando che tra sei mesi circa potrà tornare il danese, bisogna pensare che se prendi un giovane forte poi l’anno prossimo lo lascerai in panchina. Questo può essere un grande dubbio che si potrebbe risolvere con un prestito da una grande squadra, difensori di grandi squadre che giocano poco, calcolando che è l’anno del Mondiale potrebbe essere conveniente. Io, come sostenevo già la scorsa estate, investirei più su un attaccante giovane.”
Sulle riserve che dovrebbero allungare la rosa, ma al momento non la stanno allungando: “In parte è vero, anche se non del tutto perché Messias, ad esempio, ha fatto un paio di ottime partite. Io ieri ad esempio avrei visto Messias centrale, dietro la punta, e poi ho rimpianto Pobega, perché capisco la scelta di mandarlo via per farlo giocare, ma lui sta facendo un grandissimo campionato al Torino e Bakayoko non mi ha mai convinto. Avere adesso Pobega al posto di Bakayoko sarebbe grasso che cola per Pioli, ma il milanista per la prossima stagione ha già un acquisto (a livello di Nazionale) a centrocampo che prende a zero.”
Su Pioli e le colpe dell’ultimo mese: “Pioli non è colpevole, io interpreto le mosse del mister rossonero e lui ha ottenuto l’upgrade della squadra intorno a tre nomi: Tonali, Diaz e Leao. Loro sono i tre giocatori che, crescendo moltissimo, hanno permesso al Milan di fare un salto di qualità. L’allenatore, quando riceve queste risposte da questo tipo di giocatori, tende ad utilizzarli anche troppo, pensando che anche in serate in cui non giocano ottime partite hanno la possibilità e capacità di trovare la situazione giusta.”
Guarda QUI la puntata integrale del Talk in cui Paolo Condò è stato ospite
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