“È cominciato un nuovo troncone di stagione e sapevamo quanto fosse importante vincere”, questa la semplice ma perfetta analisi di Stefano Pioli dopo Empoli-Milan. Una vittoria sofferta, una partita difficile, sfortunata ma tre punti di un peso specifico incalcolabile. Il tutto alla vigilia di un trittico di partite da brivido, Chelsea, Juventus e Chelsea, che Pioli dovrà preparare in poco tempo e soprattutto con pochissimi uomini. Il Milan però ha saputo reagire, portando a casa tre punti in un modo rischioso, ma che di certo da carica a tutto l’ambiente. A mente fredda si possono notare alcuni aspetti caratteristici del Milan di Stefano Pioli, chiaramente emersi in questa sfida. Ecco allora le 3 verità che ci ha lasciato Empoli Milan.

Effetto Rebic
Stefano Pioli punta molto sull’attaccante croato, non ne ha mai fatto mistero. Rebic viene da una stagione fortunata, fortemente condizionata dagli infortuni. Sfortunatamente per lui, in concomitanza della sua assenza c’è stata l’esplosione di Leao. Di conseguenza, una volta rientrato, il classe 1993 non è riuscito a trovare troppo spazio, dato che il portoghese è diventato imprescindibile per il Milan. Quest’anno è indubbiamente indietro nelle gerarchie, sia come esterno sinistro che come punta, dove Giroud è al momento intoccabile. In aggiunta a ciò, il problema alla schiena è tornato a dare fastidio. Rebic ha saltato la maggior parte delle sfide, eppure tra i marcatori rossoneri in stagione è terzo con le sue 3 reti, alle spalle proprio dei citati Giorud (5) e Leao (4). I suoi numeri poi sono incredibili. Il croato, in media, ha segnato un gol ogni 20 palloni toccati, dato migliore d’Europa se si esclude l’alieno norvegese con la maglia dei Citizens (1 gol ogni 14 tocchi per Haaland). Sicuramente dalla tenuta fisica di Rebic dipenderà molto della stagione del Milan.
Riserva a chi?
“Provate a togliere 5 titolari al Milan, poi vediamo i risultati”, così Massimiliano Allegri ha voluto difendersi durante un’intervista qualche settimana fa. Una dichiarazione che sapeva quasi di sfida per i rossoneri. Certamente queste parole non hanno portato fortuna, dato che da quel momento l’infermeria di Milanello si è riempita. Eppure, il Milan ha saputo imporsi anche con le seconde linee, anzi grazie alle seconde linee. I tre punti di Empoli hanno un nome e un cognome, o meglio due cognomi: Fodé Ballo-Touré. Il terzino, nazionale senegalese, era chiamato al difficilissimo compito di sostituire Theo Hernandez. La partita del classe 1997 è stata buona, senza gli strappi devastanti del compagno francese ma senza particolari errori. Certamente non sarà stato lui il migliore in campo, ma il calcio è uno sport cinico e alla fine conta chi butta il pallone in porta. E tra tutti, su quella sponda di Rade Krunic, c’era proprio lui, l’uomo meno atteso, il più criticato. Scalzare Theo Hernandez dal suo ruolo di titolare è impensabile, ma di certo il ragazzo si è giocato bene la sua prima occasione di mettersi in mostra. Chissà che il terzino francese non possa riposare un po’ più spesso al suo rientro.
La forza del gruppo: carattere e consapevolezza
Il Milan visto sabato sera ad Empoli ha meritato di vincere. Non ha messo in campo la prestazione migliore della stagione, di certo ha peccato in cinismo, ma i tre punti portati a casa sono più che legittimi. Poi sarebbe insensato negare che questo successo è stato frutto di un episodio, di un gol rocambolesco trovato allo scadere. Ma quante squadre sarebbero riuscite a vincere una partita così? I rossoneri hanno sbagliato un’infinità di gol, hanno trovato contro Vicario (uno dei portieri italiani più forti al momento) in stato di grazia, hanno preso una traversa e hanno visto tre loro compagni abbandonare il campo per infortunio, capitan Calabria addirittura in barella. A livello psicologico elaborare tutte questo non è facile. Se, in aggiunta a ciò, l’Empoli trova il gol del pareggio in pieno recupero, la tentazione di lasciarsi andare e di arrabbiarsi con la sorte avversa è molta. Il Milan però non lo ha fatto e si è proiettato in avanti con la rabbia e la voglia di vincere a tutti i costi. Per tutti coloro che volevano sapere come il Milan avrebbe reagito dopo una sconfitta, direi che la risposta è stata forte e chiara.
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