TOMORI – Una tazza di tè caldo, bevuto in un Bar di una Londra uggiosa, con le finestre appannate. Una giornata innevata, fredda, invernale, tra folti soprabiti e copricapi di lana. Un ghepardo all’attacco, famelico, verso la sua preda, nei mille gradi del caldo africano. Queste tre diapositive sono l’essenza di Fikayo Tomori. L’Inghilterra, il Canada, la Nigeria. Paesi che lo hanno cullato o che lui ha cullato dentro di sé, mix perfetto di eleganza, professionalità e cattiveria agonistica.
Fikayo Tomori ad oggi è questo. Nulla più, nulla meno. Si è mostrato per quello che è, lasciando intravedere quel che può diventare. Il derby di coppa, il Bologna, il Crotone e la mezz’ora nella partita con Lo Spezia, che più che una partita è parsa una guadata dell’Acheronte.
Cosa abbiamo appreso in questi passi? Velocità, fisicità, sfrontatezza ma anche disattenzione, troppa veemenza e scarsa impostazione tattica. Tomori è un difensore ancora in purgatorio e starà solamente a lui decidere se elevarsi in Paradiso e sgrezzare il diamante che è in lui. In queste prime settimane rossonere ha convinto la maggioranza dei tifosi, anche se molti restano piuttosto scettici riguardo alla cifra del suo riscatto (che dovrebbe aggirarsi attorno ai 28 milioni di euro).
Fino ad ora abbiamo visto Tomori sempre al fianco di Alessio Romagnoli. La liaison difensiva anglo-italiana ha funzionato soprattutto dal punto di vista tecnico. Nelle uscite in cui sono stati protagonisti Romagnoli ha avuto la libertà di “fare il Kjaer” della situazione, uscendo alto sugli attaccanti, consapevole di avere un compagno rapido che potesse recuperare sullo sviluppo eventuale dell’azione. Abbiamo anche visto che Romagnoli e Kjaer funzionano bene da un punto di vista “carismatico”, con l’ex centrale della Samp che si lascia guidare volentieri dal 24, seppur dovendo lui (in questo caso) essere il centrale di copertura.
E Tomori-Kjaer? Due poli che si attraggono o si respingono? Se analizziamo il discorso appena fatto la risposta non può che essere positiva, e non di poco, ma è anche vero che prima di giudicare la coppia sarebbe bene vederla all’opera, osservarne i dettagli e analizzarla per comprenderne le potenzialità al 100%. In soldoni, il Tonno e il Formaggio fanno disastri insieme, seppur entrambi siano perfetti sulla Pasta.
La partita di giovedì a Belgrado può fruttare ulteriori dati riguardo al difensore ventitreenne in prestito dal Chelsea. Fikayo sa che deve sfruttare ogni singolo minuto a disposizione, e ha già messo in mostra la sua voglia e professionalità. Le sue dichiarazioni recenti lasciano intendere quanto sia focalizzato sul lavoro, indipendentemente dal suo futuro, sia esso blu o rossonero. Non ci resta che goderci questi mesi di Tomori, con la speranza che possa sorseggiare con tranquillità la sua tazza di tè, scaldarsi nelle fredde giornate canadesi e azzannare la sua preda per porre rimedio alla sua fame.
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