Sono sufficientemente “vecchio” per ricordarmi il sapore di certe settimane. Non ci si abitua mai alla tensione che è mistura di paura e voglia di arrivare. Nella mia vita ho vissuto tante vigilie scudetto, otto finali Champions e altre tra trofei nazionali e internazionali. Settimane passate in silenzio, notti insonni … ma questa è diversa.

In due anni questi ragazzi, società e dirigenza, potrebbero passare dalle macerie al sogno attraversando il paludoso mare delle critiche, diffidenze e ironie. E se ci mettiamo il chiacchiericcio di questa settimana fatto partire ad arte da “nobilissime tribune calcistiche”, il quadro è completo. Per aspera ad astra … attraverso le difficoltà verso le stelle! È il perfetto titolo di un film lungo due anni.
Tra noi e il sogno, tra noi e le stelle c’è il Sassuolo. Novanta minuti, un punto da sudare contro una squadra di grande qualità, che non regalerà nulla. Punto da conquistare centimetro dopo centimetro in uno stadio che palpiterà all’unisono, tutti insieme come “ogni maledetta domenica”.
Il riferimento è al capolavoro interpretato da Al Pacino, regia di Oliver Stone, Any Given Sunday (Ogni maledetta domenica), sono davanti a voi e “ … non so cosa dirvi davvero non so cosa dirvi davvero”; domenica pomeriggio “ … la nostra più difficile sfida professionale … o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta uno schema dopo l’altro fino alla disfatta”.
Abbiamo passato una stagione e forse più, in equilibrio tra il duro lavoro quotidiano, l’amore viscerale dei tifosi e la costante critica desiderosa di commentare un nostro decisivo passo falso. Non possiamo mollare ora perché “nella vita e nel football il margine d’errore è ridottissimo … mezzo passo fatto un pò in anticipo o un po in ritardo e voi non ce la fate. Mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono sono dappertutto, sono intorno a noi. Ce ne sono in ogni break della partita ad ogni minuto, ad ogni secondo”.
Maldini, Massare e il lavoro costante di mister Pioli hanno fatto sì che questo Milan non sia un gruppo di singoli giocatori bensì un gruppo di uomini che “ … combatte per un centimetro. In questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro. Ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro perchè sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta. La differenza fra vivere e morire”.
Vorrei tanto avere certezze ma è impossibile. Ho davanti a me dati che mi fanno ben sperare e altri che mi preoccupano. Ma questo non è il momento della sola ragione. A questi ragazzi va il mio grazie, comunque vada perché ci hanno preso per mano portandoci dall’Inferno dell’ultimo decennio a un centimetro dalla porta del Paradiso sportivo. E ora, che si fa?
L’approdo all’Empireo sportivo è a un punto da noi. Crediamoci!
In questi giorni non pensiamo, leggiamo e ascoltiamo nulla. Restiamo uniti accanto a questa squadra perché in fondo, come ci diciamo da tempo, “succede solo a chi ci crede!”
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