Donnarumma
La storia si sa è ciclica.
Si ripete con altre sfaccettature ma spesso ripresenta al presente gli stessi eventi già vissuti. Il vantaggio si concretizzerebbe nel sapere prima cosa accadrà e poter anticipare il futuro, migliorandolo.
Ecco, questa lezione pare non esser stata ben recepita per l’affaire Donnarumma
Premettiamo: quando si arriva al 15 aprile con il contratto a scadenza del portiere italiano più forte, titolare della Nazionale e capitano (o vice) della tua squadra tutti hanno un briciolo o più di colpa.
Nessuno escluso.
Ha qualche colpa il Milan, reo di aver procrastinato il rinnovo di Gigio a questa stagione, mettendosi nelle mani di Raiola con quello che ne consegue. Forse nell’estate 2019 quando si sollevava il problema con ancora la sessione di mercato estiva aperta non era il caso di demandare il problema all’autunno…
Fatto salvo questo passo falso ai dirigenti del Milan non è più imputabile alcunché.
Anzi.
Si sono seduti a trattare con grande pazienza, aspettando tempi e ritardi della controparte alle sollecitazioni, hanno offerto un aumento dopo l’altro dagli iniziali 6 milioni fino ad arrivare a 8 – l’offerta che è sul tavolo e che pare proprio esser il limite ultimo dal quale non ci si può discostare.
E che in tutta onestà pare esser una gran bella offerta.
Ha qualche colpa Gigio Donnarumma, reo di vivere in un mondo che difficilmente può esser definito reale. Pensare di conciliare la volontà di rinnovare con il Milan, con aumento di stipendio, con Raiola soddisfatto della commissione, con i tempi lunghi imposti dal procuratore e senza alcun tipo di clamore mediatico è pressoché fantascienza.
Se non si voleva esser sotto i riflettori ancora una volta, se non si voleva “cinema”, se non si voleva instillare nella mente dei tifosi alcuni brutti pensieri che stanno pesantemente riaffiorando allora la strada era semplicemente un’altra.
Voler moglie ubriaca e botte piena a volte è possibile ma è altresì vero che a volte quando si tira la corda c’è il rischio che questa si spezzi.
Sarebbe il caso di rompere gli indugi e tagliare i tempi.
Per paradosso chi non ha colpe è Raiola perché semplicemente sta facendo… Raiola. Da anni si conosce il suo modus operandi, si sanno modi di agire con stampa amica e obiettivi per i suoi assistiti. Non me la sento di imputargli nulla: Raiola è così, se ti affidi a lui sai quali sono pro e contro.
Nessuno è ostaggio del proprio procuratore.
Quindi che fare?
A due mesi e mezzo dalla fine del contratto il caos mediatico aumenterà sempre più, voci e vocette raddoppieranno e sarà sempre più complicato separarle dal terreno di gioco dove finora sembra non siano entrate.
Non è accanimento mediatico, è semplicemente il contratto di Gigio Donnarumma, portiere della Nazionale e del Milan, indicato da tutti come tra i migliori nel ruolo, che scade tra una settantina di giorni.
Se su cifre e commissione ancora non ci sono passi in avanti verso il Milan, per ora l’unico aspetto che si sta sacrificando sull’altare di una trattativa estenuante è il rapporto con i propri tifosi, forse il primo che andava tenuto in considerazione dopo le vicende del 2017.
Perché si sa la storia è ciclica ma se non si correggono gli errori commessi si finisce per sbagliare due volte.
photocredits acmilan.com