il 03/08/2022 alle 09:25

Donadoni: “De Ketelaere non è il classico trequartista! Ecco cosa darà a Pioli”

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Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Roberto Donadoni, a un mese dal derby, ha giocato la partita tra Milan e Inter: De Ketelaere o Lukaku?

Donadoni, per lo scudetto sarà ancora duello tra Inter e Milan?
«Io penso di sì. Sono le due squadre che, al momento, vedo più pronte e più organizzate. Le altre mi sembra che debbano ancora sistemare qualcosa. La Juve, ad esempio, dopo aver dominato per tanti anni, è andata incontro a qualche difficoltà e adesso sta cercando di trovare il giusto equilibrio. Ma deve registrarsi un po’ in tutti i reparti. La Roma sono curioso di vederla all’opera, perché m’intriga molto il reparto offensivo con due mezzepunte più Abraham. L’arrivo di Dybala ha acceso l’entusiasmo, tuttavia anche in questo caso c’è da costruire una struttura. Inter e Milan, invece, hanno già le basi solide e dunque partono in vantaggio».

Nerazzurri e rossoneri hanno una filosofia completamente differente: muscoli i primi, tecnici i secondi. È d’accordo?
«E’ proprio così, ma questa peculiarità fa parte del dna dei club. L’Inter, nella storia, è sempre stata una squadra molto fisica, molto muscolare, molto potente. Anche ai tempi del Mago Herrera, quando si basava sulla velocità di Mazzola, sulle volate di Facchetti e sui lanci di Suarez. Il Milan, al contrario, privilegia di più la tecnica, la raffinatezza del gioco, il palleggio, il dominio del campo attraverso la manovra. Mi sembra che le squadre di Simone Inzaghi e di Pioli siano figlie di queste idee che arrivano da lontano».

Lukaku è il simbolo di questa filosofia. Potenza e fisicità al servizio della squadra.
«Lukaku è un attaccante fenomenale che fa reparto da solo. Quando hai un giocatore così, puoi stare tranquillo. In Italia abbiamo visto quello che è capace di fare. È vero che non viene da una stagione positiva in Premier League, ma credo che lì i problemi siano stati di carattere ambientale e di integrazione nel gruppo. Per me è un super centravanti».

Che cosa le piace di lui?
«Quando ha campo davanti a sé, è devastante. Inoltre, è abilissimo a proteggere e difendere il pallone e, in questo modo, detta i tempi di gioco alla squadra. L’intesa con Lautaro è buona e anche questo è un aspetto da tenere in considerazione. Ma l’Inter, in generale, è una squadra solida, potente, muscolare. Non c’è soltanto Lukaku. Penso ai difensori, che sono molto fisici. Sulle fasce hanno energie. A centrocampo pure».

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E De Ketelaere lo conosce?
«L’ho visto in azione, anche se non tantissime volte, e ne ho ricavato un giudizio positivo. E poi è molto giovane, ha ampi margini di miglioramento e sono sicuro che al Milan farà quei progressi che sono nelle sue potenzialità».

Chi tipo di giocatore è?
«Un attaccante molto duttile. Mi spiego: non è un classico trequartista il cui gioco, spesso, risulta fine a sé stesso. È uno che sposa la filosofia della squadra, che si integra bene nel gruppo e nella manovra, partecipa all’azione, si muove moltissimo. E queste caratteristiche mi fanno pensare a un giocatore moderno: il calcio di oggi è velocità, anticipo, pressing, ritmi sempre alti. Ecco, De Ketelaere mi sembra adatto».

Si cala bene nel progetto di Pioli?
«Direi di sì, anche se non bisogna pretendere subito la luna da un ragazzo appena sbarcato nel nostro campionato. Il Milan punta molto sul collettivo, sul gioco corale, sugli scambi di posizione, sul palleggio possibilmente fatto in verticale, e credo proprio che De Ketelaere sia utile in questo sistema. Pioli saprà trovargli la collocazione giusta, che può essere dietro la punta centrale, oppure sulla fascia. Ma, lo ripeto, lui è uno che svaria molto, non dà punti di riferimento agli avversari».

Sarà da valutare la sua prolificità. Può andare in doppia cifra?
«Questo soltanto un mago può saperlo. Ha qualità molto interessanti, un ottimo tiro, può segnare e far segnare. Dunque, secondo me, è un elemento valido. Certo, Lukaku è più cannoniere, ma ciò non significa nulla. Il Milan è una squadra che, nell’ultimo campionato, ha mandato in gol molti giocatori proprio perché tutti partecipano alla fase offensiva».

Tra i muscoli dell’Inter e la tecnica del Milan che cosa sceglie?
«Sono milanista da sempre, non posso rispondere per un evidente conflitto d’interessi. Sono curioso di vedere come la squadra di Pioli riuscirà a migliorare, e dove. Aspetto la definitiva esplosione di Leao, che ha potenzialità incredibili, e guardo con attenzione Tonali. E dell’Inter seguo Brozovic e voglio capire come sarà l’inserimento di Mkytharyan».

Quanto incideranno le partite internazionali?
«La prima parte di stagione, sia per il Milan che per l’Inter, va fatta con il piede schiacciato sull’acceleratore. Una partenza sprint è fondamentale per dare sicurezza a tutto l’ambiente. Milan e Inter sono in vantaggio rispetto alle altre perché hanno già una base di lavoro sicura. Certamente la Champions League porterà via molte energie sia fisiche sia mentali. Sarà molto importante la rotazione dei giocatori nelle varie partite».

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