Di Stefano sulla società Milan tra negatività e ribaltone e l’obiettivo (sfumato?) Mehdi Taremi
Da quando è partito per la sua tournée americana a Los Angeles, a seguire il Milan e a dare costanti aggiornamenti su calciomercato, allenamenti e amichevoli c’è Peppe Di Stefano su Sky Sport 24. Nei giorni scorsi aveva raccontato di un Leao più leader e di come, vedendolo da vicino, fosse ancor più dentro le vicende della squadra. Poi, ci ha portato all’esterno di una delle principali sedi del fondo RedBird, proprio a Los Angeles. Oggi, a due giorni dalla terza e ultima gara della tournée del Milan (col Barcellona), Di Stefano fa qualche riflessione (personale e di cronaca) sul mercato operato dai rossoneri e sullo stravolgimento in società.

Idee chiare e ordinate
Il discorso parte da Mehdi Taremi, uno dei tanti nomi accostati al club per l’attacco della stagione imminente. La trattativa con il Porto non si è mai scaldata, ma a bloccare la complicata situazione era soprattutto il posto (l’ultimo) da extracomunitario nella rosa. In questo senso, una volta capito che per l’arrivo di Samuel Chukwueze si era aperto uno spiraglio, Furlani e Moncada hanno dirottato le forze su Noah Okafor. Queste le parole dell’inviato dagli USA:
“Il Milan voleva Taremi e l’ha seguito, magari lo vorrà anche l’anno prossimo, ma il Porto ha chiesto 30 milioni, il Milan ha detto no ed è andato su Okafor. L’idea è chiara: prendere tanti giocatori a 20 milioni di euro più o meno, per poi far disegnare tatticamente il Milan a Stefano Pioli”.
Il terremoto
Insomma, una linea tracciata in maniera netta che ha avuto inizio dalla cessione di Sandro Tonali. Anzi, che si è sbloccata con questo doloroso addio ma che trova l’origine nella forte decisione da parte di Gerry Cardinale e di RedBird di salutare Paolo Maldini e Frederic Massara. È proprio qui che verte il ragionamento di Di Stefano sul Milan:
“Tra qualche giorno saranno due mesi dall’inizio del ribaltone, un terremoto clamoroso con settimane di negatività, si vedevano solo le crepe dopo gli addii noti. Poi Furlani e Cardinale hanno riordinato le idee, ora il Milan ha una nuova pelle”.
Tuttavia, a proposito dei volti nuovi in società, qualche giorno fa lo stesso giornalista faceva riferimento a una figura “di campo”:
“Bisognerà capire, per esempio, quel che avverrà a Milanello: chi gestirà ordinariamente i giocatori come facevano Maldini e Massara? Questo lo dovremo scoprire e credo saranno mansioni che verranno assegnate nei prossimi giorni all’interno di Casa Milan”.
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