Intervistato da Tuttosport, Paolo Di Canio ha parlato della situazione del Milan, tra scudetto vinto, ambizioni future e nuovi acquisti.

I rossoneri dopo Giroud hanno pescato ancora dalla Premier per rinforzare l’attacco: Origi è la scelta giusta?
«Le ultime stagioni hanno dimostrato che chi arriva da Inghilterra o Germania si inserisce subito grazie a fisicità, intensità e conoscenze tattiche. Non è più come venti anni fa quando uno straniero aveva bisogno di sei mesi per ambientarsi, adesso il nostro campionato è mediocre, ci sono meno difficoltà. Ciò premesso, Giroud non era titolare nel Chelsea, aveva accettato il ruolo di alternativa e faceva il suo, così come ha fatto al Milan dove magari non ha fatto sfracelli, ma ha segnato i gol scudetto contro Inter, Napoli e Lazio».
Origi?
«Non è un goleador, ma viene ricordato per i gol decisivi in Champions. Può essere un acquisto importantissimo per il Milan. E’ uno abituato a lottare per vincere e arriva in un club appena tornato al successo. Ha lavorato in una squadra di altissimo livello, ha fisico e velocità per fare bene in Italia, però deve applicarsi per diventare di più una prima punta. Ha l’età giusta per farlo e le doti non gli mancano, è bravo a calciare con entrambi i piedi, è forte di testa e in acrobazia. Però arriva dal Liverpool, il top del top. Pensi a Lucas Leiva che dopo due stagioni da esubero nei Reds è arrivato alla Lazio a 30 anni ed è diventato per un paio di campionati il miglior centrocampista difensivo della Serie A».
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Il Milan ha meritato lo scudetto o è stata l’Inter a perderlo?
«Secondo me i rossoneri hanno trionfato non per caso, ma grazie alla programmazione. Ha vinto la società in cui ognuno, nel suo ruolo e senza invasioni di campo, ha dato il suo contributo. E non scordiamo i due errori arbitrali con Spezia e Udinese che potevano essere colpi brutali da cui rialzarsi. A l’Inter a volte è mancata un po’ di determinazione, in alcune gare è stata rivedibile la gestione come nel derby e poi c’è stato l’episodio di Radu a Bologna».
Quando parla della gestione del derby si riferisce ai cambi di Inzaghi sull’1-0?
«Certo. Simone ha fatto bene, ha vinto due coppe e se l’è giocata alla pari con il Liverpool in Champions, ma il suo metodo sui cambi, la sostituzione degli ammoniti quasi scientifica, a volte va ammorbidito e contro il Milan, con tutto il rispetto, ha sbagliato. Quel derby era una finale di Champions, se l’Inter l’avesse vinto avrebbe ammazzato il campionato e i migliori, ammoniti o acciaccati dovevano restare in campo».
La incuriosisce De Ketelaere?
«Il Milan è la mia favorita anche perché non ha smobilitato e ha comprato ragazzi di qualità, penso pure ad Adli. Poi ha una difesa affidabilissima, a destra un soldato come Calabria e a sinistra due frecce devastanti. De Ketelaere porterà fantasia, assist e gol e può giocare in molti ruoli offensivi».
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