La Gazzetta dello Sport ha chiesto a Billy Costacurta di ragionare sulla corsa scudetto che vede coinvolto il suo Milan.

Come spiega il rendimento del Milan attuale? Vince a Napoli ma fatica a Salerno e con l’Udinese.
“Partiamo dall’ultima prova: una dimostrazione di forza importante. Hanno la capacità di indirizzare e gestire partite contro squadre di prima fascia. Ora il calendario è più semplice, e ad aprile il ritorno di Coppa Italia e poi Lazio e Fiorentina diranno molto. Pensavo che certe frenate fossero peccati di gioventù, ma se anche altre squadre più mature del Milan in Italia e in Europa hanno lo stesso andamento allora c’è altro: il Covid e poi le atrocità della guerra tolgono concentrazione a tutti, calciatori compresi. Sono situazioni che ci scuotono come non mai.”
Chi dei giovani potrebbe essere più continuo?
“Con il talento funziona così, e il Milan risente degli alti e bassi di Leao, il più determinante della squadra. La fascia sinistra viene spesso esaltata, giustamente, ma i pericoli arrivano quasi da lì. A Napoli Di Lorenzo, bravissimo, sembrava Cafu, complice anche la poca capacità difensiva di Rafa e Theo Hernandez, che litiga troppo spesso. La solidità di altri giocatori chiave porta equilibrio. Mi riferisco ai difensori centrali, a Tonali e Bennacer, che sono cresciuti tantissimo, a Giroud: sempre sul pezzo, tocca pochi palloni ma è decisivo. Mi ha sorpreso, non pensavo fosse un campione e invece sta spingendo il Milan verso il titolo.”
Tra i centrali include anche Romagnoli? Ha sottolineato che la sua crescita si è fermata…
“Le mie aspettative erano altissime, pensavo potesse diventare il più forte, il nuovo Chiellini. Non vuol dire che sia scarso, solo che visto cosa faceva a 19 anni credevo avesse potenzialità illimitate. Kalulu invece in un anno è cresciuto tanto, deve migliorare palla al piede ma è veloce e attento. Quello che serve a un difensore centrale. Botman ha qualità su cui lavorare, ma non lo conosco caratterialmente e per l’impegno che mette in allenamento. Oggi, così com’è, può valere Romagnoli.”
La probabile rinuncia a Kessié la preoccupa?
“Di giocatori fondamentali in giro ne vedo sempre meno, escluso Mbappé. Franck come molti altri è importante ma non determinante, assolutamente sostituibile. Tonali è più importante di lui, anzi è il più importante del Milan di oggi, anche più di Maignan e Giroud. Scrissi a Maldini dopo l’acquisto dal Brescia definendolo il miglior prospetto del calcio europeo. Avrò preso del ‘pirla’ ma oggi mi fa diventare presuntuoso e dire che avevo ragione….”
Ibra invece va tenuto?
“Sì. E’ stato fondamentale nella risalita del Milan, con Maldini e Pioli. Questa è la loro squadra, il frutto del loro lavoro. Zlatan potrà non essere più determinante come prima, ma ha sempre il suo peso.”
Il Milan della lotta scudetto come petrà tornare competitivo anche in Europa?
“Nella corsa al titolo è rientrata anche la Juve, ma solo in parte. Le prime tre restano avanti, l’Inter non deve sentirsi superiore dopo Liverpool. A livello internazionale le cose non sono cambiate: oggi alla base del Milan c’è una logica sostenibile, che ha prodotto comunque idee vincenti. Prima la proprietà sfogliava l’albo e prendeva i palloni d’Oro: per dominare in Europa quella è la differenza…”
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