Sulle colonne de La Repubblica, Paolo Condò analizza il calendario di Serie A col Mondiale di mezzo: quale squadra potrebbe sorprendere?

“La situazione di Pogba è il primo portato a livello di serie A di un evento rivoluzionario: un campionato del mondo che anziché giungere a fine stagione – ultimo sforzo prima delle vacanze – spezza l’annata quasi esattamente a metà, squadernando una serie di problemi inediti di mercato, di calendario, di preparazione, persino di organizzazione. L’ipotesi per fortuna è tramontata, ma la Lega di A aveva studiato per mesi la fattibilità di un tristissimo torneo negli Stati Uniti per i resti dei nostri club, da giocarsi in contemporanea, a ulteriore sottolineatura del disastro sportivo della (seconda) qualificazione mancata. L’idea era sbagliata ma partiva da una questione reale: per quasi due mesi i giocatori italiani, e gli altri non meritevoli del Qatar, verranno pagati soltanto per allenarsi. Molto tempo, probabilmente troppo.”
“A chi conviene? Senza indulgere al complottismo, è probabile che a incidere sulla decisione sia stata la solita quota di pigrizia intellettuale. Però il periodo post-Mondiale, con i migliori giocatori affaticati dal torneo – non sono escluse vacanze ad hoc, specie a chi dovesse arrivare fra le prime quattro, giocando quindi sette match -, è quello in cui a logica gli agguati delle squadre piccole dovrebbero risultare più pericolosi. Ci stiamo abituando a considerare il prossimo un campionato “a pezzi”: le prime quattro partite a mercato ancora aperto, le quindici prima della pausa mondiale, le sette tra il ritorno dal Qatar e la ripresa delle coppe a febbraio, che grossomodo dovrebbe segnare il riallineamento della stagione ai ritmi consolidati del passato. Ciascuno di questi segmenti obbedirà a logiche particolari. Prendiamo per esempio la corsa a perdifiato verso il 13 novembre, data di rilascio dei giocatori alle nazionali, una sola settimana prima della gara inaugurale del Mondiale: quindici gare di campionato più le sei dei gironi di coppe costituiscono un tratto già fondamentale, ma come verrà interpretato dai giocatori iscritti al Qatar? Sarà meglio darci dentro a tutta per arrivare al massimo? Oppure conservare un margine di miglioramento da far valere nella fase calda del Mondiale? E se qualcuno dovesse infortunarsi in maniera non grave che fa, gioca sul dolore per il bene del club oppure guarisce con calma pensando agli interessi della nazionale? Mai come quest’anno il lavoro di medici e preparatori atletici è intrecciato.”
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“La maggiore concentrazione di “mondiali” riguarderà ovviamente i grandi club, quelli che giocano le coppe, ma anche al loro interno le differenze saranno significative. Il Milan, per esempio, a parte Tonali vedrà partire l’intero nucleo giovane che gli ha permesso il salto di qualità: Maignan, Tomori, Theo Hernandez, Leao, Saelemaekers più il nuovo acquisto De Ketelaere. Partirà anche il senegalese Ballo-Touré, mentre davanti ci sono tre giocatori, Giroud, Rebic e Origi, in attesa di giudizio da parte dei rispettivi ct. La caratteristica del gruppo milanista è che i suoi “mondiali” appartengono nella quasi totalità a nazionali molto ambiziose. Possono restare in Qatar a lungo, più o meno come gli interisti DeVrij e Dumfries (Olanda), Lautaro e Correa (Argentina), Brozovic (Croazia), Gosens (Germania), Lukaku (Belgio) e Onana (Camerun). Alla Juve, oltre ovviamente a Pogba, gli uomini da final four sono Di Maria, Rabiot e, se verrà chiamato, Alex Sandro: il traguardo di Szczesny (Polonia), Vlahovic (Serbia) e McKennie (Usa) è il tabellone a eliminazione diretta. Due obiettivi di mercato ancora in ballo, Paredes e Morata, integrerebbero il gruppo degli ambiziosi. La quarta squadra iscritta alla Champions, il Napoli, non spedirà in Qatar uomini da vittoria finale, specie se Fabian Ruiz – fuori dalla Spagna dall’Europeo – non verrà ripescato. Kim, Anguissa, Zielinski, Lozano e Olivera non appartengono alle nazionali favorite, e questo per Spalletti potrebbe rivelarsi un grande vantaggio perché il calendario dello spezzone gennaio-febbraio propone al Napoli tre scontri diretti contro Inter, Juventus e Roma. Tre partite nelle quali lui potrebbe godere di un organico pieno e riposato mentre qualche pezzo forte delle rivali potrebbe ancora essere in fase di recupero. La stessa Roma manderà in Qatar Dybala, Abraham, Rui Patricio e magari anche Wijnaldum, oltre a Zalewski e forse Vina. Gente da smazzata finale. Detto che l’Atalanta, pur essendo rimasta fuori dalle coppe, mantiene un’ampia rappresentanza di “mondiali”, e che la Fiorentina la sostituisce in Europa con la discreta nobiltà di Jovic, Milenkovic, Gonzalez e Amrabat, la Lazio è l’unica delle sette “cugine” quasi del tutto libera dal Qatar. Al momento, soltanto Milinkovic-Savic e il nuovo acquisto Vecino passeranno novembre e forse dicembre al caldo. Un buon motivo per vincere lo scudetto di gennaio e febbraio – scontri diretti con Milan e Fiorentina – e magari costruirci sopra qualcosa di più.”
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