Classico editoriale del lunedì su Repubblica di Paolo Condò che ha analizzato il pareggio esterno del Milan allo Gewiss Stadium contro l’Atalanta.
“Nella settimana dei sorteggi europei, con Psg e Bayern che alla terza partita toccano rispettivamente quota 17 e 15 gol – che noia, però – il Milan campione d’Italia lascia i primi punti della stagione a Bergamo. Non è certo una stazione banale per rallentare il passo, visto che l’Atalanta è rimasta fuori dalle coppe per un lapsus, e lo status di ottava sorella le spetta di diritto; e però l’andatura a strappi del Milan, che dopo i lunghi mesi nei quali si è fatto apprezzare come squadra ieri è sembrato più una somma di individualità, è qualcosa da correggere in fretta in una stagione che fugge a velocità sconosciute in passato”.
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“La fascia sinistra, per dirne una, è stata il valore aggiunto rossonero quando Theo e Leao hanno agito in sintonia tattica ed atletica: a Bergamo il terzino, in forma già mondiale, è letteralmente volato sopra le passeggiate svogliate dell’attaccante (e sì che in Qatar dovrebbe andare anche lui). Ma una performance spettacolare aggiunta a una invisibile porta un totale inferiore alle sintonie di cui sopra, e il Milan funziona quando la coerenza è assoluta. De Ketelaere e Origi, per dire di due nuovi in fase di apprendimento, devono crescere in minuti per diventare presto parti dell’ingranaggio, e lì mostrare la loro superiore caratura rispetto ai titolari dello scudetto. C’è il derby alla quinta – mancano due settimane – e con Lukaku di ritorno il Milan vecchio difficilmente basterà. Deve crescere attraverso i nuovi.”
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