il 24/08/2023 alle 17:40

ESCLUSIVA – Bucciantini: “Colombo mi piace. Se il Milan tenesse lui avrebbe un grande vantaggio…”

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L’opinionista di Sky Sport Marco Bucciantini ha parlato con noi in esclusiva del calciomercato del Milan, in particolare di Lorenzo Colombo

Nel corso del nostro consueto appuntamento con il Talk, in onda dal lunedì al giovedì dalle 16 alle 17, è stato nostro ospite l’opinionista di Sky Sport Marco Bucciantini. Il commentatore ha espresso il suo pensiero sul nuovo Milan dopo il calciomercato rivoluzionario. Bucciantini ha parlato poi anche di Lorenzo Colombo come possibile secondo centravanti del Milan in questa stagione.

Colombo Milan

Le parole di Marco Bucciantini

Su Chukwueze:

“All’inizio del mercato le idee sembravano buone, ma eravamo feriti da un pezzo di Milan che se ne andava, ovvero Tonali. Era il modo per cominciare a fare mercato. È stato un sacrificio. Non era ancora arrivato nemmeno Pulisic, ma ci piaceva sentire questi nomi. Erano finalmente nomi di giocatori già affermati, in un’età in cui si può ancora lavorare molto, c’era tecnica, velocità… Avevamo identificato in Chukwueze il 7 predestinato. Ora tutti i tifosi saranno più sereni”

Dalla metà campo in giù?

“Un grande commentatore diceva sempre una cosa giusta: con i concetti arrivi fino ad un certo punto, poi sta alla libertà individuale incastrarsi ma rimanere sempre imprevedibile. C’è bisogno di trovare l’armonia tra queste componenti individuali. Il Milan aveva un reparto da rifare tutto, che era il centrocampo. Servivano delle capacità e degli equilibri che portassero il Milan più avanti. Lo ha detto anche Pioli che l’obiettivo era stare più avanti in campo. Ma starci da squadra, in modo organizzato, è la sostanza della sfida del Milan. Serve mettere insieme un centrocampo, da questo dipende il rendimento difensivo. Poi personalmente ho la sensazione da tanti anni che in Italia un modo di difendere lo puoi sempre trovare. Per me la cura del campionato italiano è la mancanza di forza specifica di molti reparti d’attacco, soprattutto delle cosiddette piccole. Ci sono squadre senza centravanti credibili. L’anno scorso una squadra fenomenale in difesa è stata la Lazio, che ha iniziato il campionato con 4 giocatori titolari che non avevano mai giocato insieme. Marusic è passato da essere quinto a destra per tutta la carriera a fare il terzino sinistro, Romagnoli è uscito dal Milan ma sembrava anche un po’ uscito da un certo livello. Con lui ha giocato Casale e dovevano conoscersi. A destra ha giocato più Hysaj di Lazzari. Provedel veniva da altre esperienza come livello. E questa è stata la miglior difesa del campionato a parte il Napoli e quella che ha fatto più clean sheet. Capite quanto è importante il lavoro di un allenatore e di un sistema che nasce dalla squadra? Sul dietro di una squadra bisogna anche ragionare così. E bisogna anche accettare che in Serie A, e lo abbiamo visto che in questa prima giornata, ci sono tante squadre che fanno fatica ad attaccare bene”

Sul centravanti: il pensiero sul Milan e su Lorenzo Colombo

“Colombo rientra nel conto in questo momento perché bisogna ancora approfondire il ruolo di Okafor. Anche in quel ruolo c’è un po’ un difetto da anni. Dal momento in cui tu prendi Giroud, prendi un giocatore forte, ma già questa scelta è fatta per averne due. Nel caso di Giroud ne volevi due equivalenti: quello che restava di Ibrahimovic e quello che restava di Giroud, che alla fine è stato più di quello che credevi. Alla fine Giroud è un titolarissimo, un punto di riferimento che in Serie A può dire ancora molto. Già lo scorso anno si è provato a sostituire la figura di Ibrahimovic con un’altra per sentirsi a posto, ma non ci si è riusciti. Quest’anno uguale. Però avete visto quanto è difficile trovare un attaccante? L’Inter aveva un’idea forte: Lukaku. Poi ha dovuto sistemare tutto con Thuram e Arnautovic. La Juventus voleva cambiare e non è riuscita. La Roma forse lo ha chiuso oggi, ma prima ha sognato Lukaku e provato per Zapata. Questo racconta un po’ quello che dicevi tu. Il Milan un centravanti lo ha, ma sul secondo non è così convinto. A me Colombo piace, poi ha un vantaggio: negli ultimi anni si è abituato ad una parte. Si è abituato a non essere un protagonista, a giocare meno partite, magari anche solo una volta al mese, un pezzo di partita… Le squadre italiane sono tutte un po’ un compromesso, non possono fare tutto quello che vogliono. Il Milan ha spinto molto per il centrocampo, il 7 e il 10. Davanti deve costruirlo un altro 9, però uno ce l’ha”.

Su Krunic titolare in mezzo al campo:

“Chi lo avrebbe detto che di tutto il centrocampo del Milan dello Scudetto sarebbe rimasto Krunic e sarebbe diventato un perno. Bisogna vedere anche come giocano gli altri, quanto gli stanno vicino, se diventa una mediana a due con un giocatore che si spinge molto più dentro o se lui è proprio perno di un centrocampo a tre. Io credo che ogni allenatore abbia bisogno di una quota di fedeltà in campo, di un pezzo di fiducia, quasi un prolungamento di sé stessi, un guardiano delle idee: Krunic rappresenta questo in modo ambivalente, sia nei confronti dell’allenatore che della storia recente. Certo che è strano, nessuno lo credeva. E ricordiamo che Krunic nasce trequartista, di certo non come metodista”

Ti stuzzicano di più testa e piedi di Reijnders o muscoli e piedi di Loftus-Cheek come tipologia?

“Reijnders. Mi ha subito impressionato. È un centrocampista più concettuale. Potrebbe essere decisivo in tutto quello che si è detto, nel collegare un po’ la squadra. Mi piace come sta in campo: ha personalità e talento”.

Su Pioli:

“Quello che ha fatto Pioli sia stato capito solo dopo, e lì è stata capita l’entità del capolavoro. Poi nel momento in cui ti sei reso conto che hai overperformato con molti giocatori allora dovevi chiederti quanto era stato bravo l’allenatore a far rendere al massimo singolarmente e insieme tanti giocatori. Ma ormai era passata la vittoria. Se una ci pensa Pioli è stato decisivo. Questa volta invece si è intestato una centralità. Si è capito che negli ultimi mesi ha guidato un po’ lui la traiettoria del mercato. Ora è più centrale. Ha sempre un modo di fare molto giovanile, educato, ma è nel calcio da tanti anni, forse una dei più esperti ormai. È nel calcio della Serie A da 40 anni tra calciatore e allenatore, ci sta che sia identificato come la figura di riferimento assoluta del Milan di quest’anno. È una sfida che gli affidi anche volentieri: la caratteristica migliore di Pioli è proprio quella di trovare sempre un’organizzazione che mostri bene le qualità di una squadra. Quest’anno devi fari divertire quelli davanti, devono esplodere loro, i vari Pulisic, Chukwueze, Leao. Far rendere bene insieme questi giocatori sarà quello ch renderà il Milan forte”.

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