CALCIOMERCATO – La sessione invernale di calciomercato si è chiusa con un bilancio che denota scarso dinamismo dei team in entrata ed in uscita ed una difficoltà a far collimare le esigenze di bilancio con quelle tecniche.
Il Milan, confermando l’impressione di inizio anno, ha dimostrato solidità economica e chiarezza nel progetto, muovendo calciatori in entrambi i sensi per aumentare la competitività del team di Pioli.
Fantasia e cinismo sono termini costretti a convivere nel mondo del calcio per la stagione 2020/2021 e oltre.
La pandemia ha creato una condizione di difficoltà per molte imprese, partendo dai proprietari delle società alle squadre stesse, con problematiche di diverso tipo da fronteggiare al fine di permettere la sopravvivenza delle compagini rappresentate.
La sessione estiva di calciomercato aveva già messo in mostra com ci fosse il bisogno di investire attraverso forme alternative per restare competitivi.
Il Milan ha dimostrato di voler investire sul presente ed il futuro attraverso l’acquisizione di asset da valorizzare nel medio-lungo termine, ma utili certamente anche nel breve, adottando una politica di investimento oculata e volta al dilazionamento di costi per il tesseramento in più esercizi.
Kalulu, Hauge, Tatarusanu, Diaz, Dalot e Tonali sono stati gli innesti di inizio stagione, a cui vanno aggiunti i riscatti di Saelemaekers e Kjaer, oltre alla permanenza di Ibrahimovic.
Ognuno di essi è giunto in rossonero con un formula diversa, dal parametro zero al titolo definitivo, passando dal trasferimento in prestito secco, quello con diritto di riscatto e quello con obbligo.
Questo riassume il concetto secondo cui il calciomercato stia ormai attraversando un processo di forte mutamento, un processo in cui i rossoneri, anticipando i tempi di circa un stagione, sono partiti in vantaggio.
Gennaio porta in rossonero tre calciatori per rinforzare la rosa guidata da Stefano Pioli: Soualiho Meité è il primo acquisto, giunto in prestito con diritto di riscatto dal Torino (fissato fra gli 8 e i 10 milioni) con la funzione di quarto centrocampista nelle rotazioni.
Classe 1994, arrivato per allungare la rosa rossonera e dare manforte fino al termine della stagione, sarà poi valutato a fine stagione.
L’impressione è che il Milan abbia cercato una soluzione provvisoria e subito pronta per il campionato italiano per poi valutare un profilo diverso quest’estate da inserire.
Mario Mandžukić arriva invece a parametro zero per dare peso specifico ed esperienza in avanti: classe 1986, permette di allungare le rotazioni offensive grazie alla propria duttilità ed aggiungere reti all’arsenale milanista, compensando anche qualche pecca degli esterni rossoneri nell’attacco degli spazi in area di rigore, oltre ad aggiungere un “vice Ibra” all’occorrenza.
Sei mesi di contratto, identifica anche qui un investimento in linea con la politica della società di Via Aldo Rossi, ossia volta a contrattualizzare con impegni di breve termine calciatori più “esperti” ed impiegare somme sostanziose tesserando giovani prospetti.
Fikayo Tomori è invece l’ultimo arrivato a Milanello, difensore inglese arrivato in prestito con diritto di riscatto dal Chelsea.
Nome già valutato e sondato dalla dirigenza a settembre, è un investimento che si sta considerando di fare, nonostante la cifra piuttosto elevata dell’eventuale acquisto. Ha già esordito nella nazionale inglese ed ha già giocato titolare nella squadra londinese, dimostrando grandi capacità tecniche ed atletiche.
Qualora dovesse adattarsi al gioco della squadra e la Serie A, risolvendo quelle pecche tattiche che ancora ne caratterizzano le prestazioni (per un ovvio retaggio del calcio di provenienza, come analizzato precedentemente nel focus a lui dedicato http://radiorossonera.it/calciomercato/6940/tomori-analisitecnica-tattica/), sarebbe probabile una sua permanenza in Italia, con un futuro da titolare rossonero.
Il maggiore attivismo, almeno a livello di qualità e completamento del team, è quello del Milan quindi, con squadre come il Parma che hanno fatto un mercato simile, con innesti di qualità e prospettiva per ogni ruolo.
Crociati che, oltre al rumeno Man e l’olandese Zirkzee (in arrivo dal Bayern Monaco), hanno prelevato proprio dall’attuale capolista Andrea Conti. Dopo 3 anni e mezzo di Milanello è andato in Emilia-Romagna alla ricerca di continuità, soprattutto dopo i tanti infortuni e l’esplosione di Davide Calabria.
Prestito con obbligo di riscatto (7 milioni circa) condizionato al raggiungimento dell’obiettivo salvezza degli uomini di D’Aversa, questa la formula del suo trasferimento.
Questa logica permette di ottemperare a tre esigenze: quelle di organico del Parma, quelle di bilancio del Milan e quelle professionali del terzino classe 1994.
Mateo Musacchio e Leo Duarte sono altri due dei nomi in uscita da Milanello.
Il primo, in scadenza a giugno e già destinato all’addio, si è accasato negli ultimi giorni della finestra invernale a Roma, sponda biancoceleste, rinforzando il reparto arretrato di mister Simone Inzaghi (anche complice l’infortunio di Luiz Felipe). Ha portato nelle casse rossonere circa 1 milione di euro per il cartellino e l’alleggerimento di un semestre di ingaggio pesante.
Il brasiliano, invece, si è trasferito all’Istanbul Basaksehir, formazione turca che lo ha acquisito in prestito fino a fine stagione con diritto di riscatto.
L’alleggerimento del reparto arretrato è stato il leitmotiv del mercato in uscita guidato da Maldini e Massara. Mercato che ha visto anche il trasferimento di Lorenzo Colombo in prestito secco alla Cremonese del vecchio cuore Ariedo Braida e di Luan Capanni al Racing Santander in prestito con diritto di riscatto.
Giovani che necessitavano di spazio e minuti e che si allontanano da Carnago per potersi fare le ossa, chi provvisoriamente e chi forse no.
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