Calabria a Cronache di Spogliatoio: “Pressione? All’inizio è stato difficile”

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Davide Calabria ha rilasciato un’intervista a Giulio Incagli di Cronache di Spogliatoio, queste le sue dichiarazioni:

Milanello lo hai sempre sognato?

“Assolutamente sì, sono cresciuto lì, facendo tutta la trafila il sogno era arriva proprio lì, poi non pensavo di restarci così a lungo, è stata una cosa bellissima”. 

Davide Calabria e il Milan sono praticamente cresciuti insieme

“Sì, penso di sì, è stato un percorso lungo e abbastanza difficile, forse è stato uno dei punti più bassi del Milan in questi ultimi anni, con una squadra da riformare da zero e anche in società, non è stato facile. La base se vogliamo tornare ad alti livelli deve essere la società solida e che sia presente, con idee chiare che si trasmettono alla squadra e al team che ci lavora. Aver messo una base più solida penso che possa aver aiutato sicuramente la squadra”. 

Uno come Paolo Maldini, in questo senso, conta, sei spronato anche a dare di più

“All’inizio quando c’era Paolo sì, l’uomo che rappresenta meglio il Milan di tutti. Sicuramente anche per un ragazzo come me era una cosa bella poter far vedere qualcosa a Paolo, ti spronava a dare di più anche senza dire tante parole, però già avere la sua presenza lì ti fa credere nel progetto, penso che abbia inciso molto su questa rinascita”.

Dopo il lockdown scatta qualcosa, è stato un momento oppure un percorso?

“Penso che siano state entrambe le cose. Dal punto di vista personale e di squadra sicuramente qualcosa è cambiato, abbiamo capito che c’era qualcosa da cambiare. Il fatto di aver capito che le potenzialità c’erano ed era arrivato il momento di dimostrarle dipendeva da noi, forse ci ha aiutato e ci ha unito di più”.

Sul momento del Milan e gli ultimi anni: 

“Deve tornare la normalità nel Milan, che significa stare lì in alto”.

Il tuo rapporto con la pressione com’è cambiato con il tempo?

“L’inizio è stato molto difficile, passare dalla primavera alla prima squadra è un balzo da gigante, soprattutto a San Siro. Ho giocato in molti stadi importanti ma penso che come San Siro non ne ho trovati altri”. 

Sulla sua crescita di rendimento delle ultime stagioni:

“Far ricredere tante persone che prima non erano del mio stesso pensiero, che pensavano non positivamente su di me penso mi abbia dato tanto perché avevo voglia di rivalsa e volevo far vedere quello che prima non ero riuscito a far vedere. Volevo dimostrare soprattutto a me stesso quello che potevo fare”.

Sulle prime volte nello spogliatoio del Milan e con i compagni di squadra: 

“Nei primi allenamenti mi ricordo una squadra molto tosta. Philippe, Nigel, Muntari, erano tutti giocatori tosti, decisi in allenamento, che potevano incutere timore, ma mi son sempre trovato bene con loro. De Jong ogni tanto lo sento ancora, è un ragazzo eccezionale”.

Che rapporti hai con i compagni, in particolare con Saelemaekers, con cui condividi la fascia?

“È un ragazzo che si applica, e che si impegna nel dare sempre il 100%, ci siamo trovati bene. Oltre a trovarmi bene con lui in campo ci troviamo bene anche fuori. Giocatori come lui capaci di dare ritmo, nel calcio moderno, sono fondamentali”.

Per quanto riguarda l’assenza dei tifosi negli stadi, senza pubblico, un difensore può crescere più velocemente anche insieme al reparto?

“Avere ottantamila persone o mille cambia tutto. In questo momento per un reparto penso sia più facile aiutarsi, per parlare e comunicare”.

Dopo la partita cosa mangia Davide Calabria?

“Dipende dalla partita. Ci danno spesso l’hamburger oppure anche il sushi, che mi piace molto”.

Dato che sei molto appassionato di vini, facciamo un gioco. A ogni tipo di vino associami un compagno di squadra con quelle caratteristiche:

“FranciaCorta: Theo in campo, fuori Kessié, perché è sempre vivace e sorridente. Barolo: Ibra, più è invecchiato e più è migliorato. Brunello: Io (ride ndr), rappresenta la tradizione italiana e sono molto legato all’Italia, o comunque anche Gigio, cresciuto nel Milan. Amarone: potrebbe essere Calhanoglu, un giocatore completo, che ti dà una mano davanti e dietro, intelligente ed equilibrato”.

Cosa vuol dire per te essere in Nazionale e indossare la maglia azzurra?

“Siamo un bel gruppo, tanti ragazzi già li conoscevo. Gruppo giovane, c’è molto entusiasmo di voler far bene e penso ci siano grandi potenzialità”.

photocredits: acmilan.com

Rassegna Stampa

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