Durante il nostro quotidiano appuntamento con il Radio Rossonera Talk è intervenuto il celebre giornalista ed opinionista Marco Bucciantini. Tanti i temi toccati, tra cui il finale di campionato e gli ultimi match di Milan e Inter contro Lazio e Bologna.

Sui risvolti psicologici dopo Bologna-Inter: “È un campionato dove conta essere positivi e il Milan ha sempre continuato ad esserlo. Non è stata quella di ieri la partita importante, ma quella contro la Lazio all’Olimpico. Dopo 5 minuti i rossoneri dovevano rimontare la partita, il campionato stava andando verso l’Inter, il crollo nel derby. Il Milan aveva tutta una storia dietro che incombeva e avrebbe dovuto bloccarli. Invece i rossoneri avevano lo sguardo in avanti, erano positivi indipendentemente da cosa avevano fatto gli altri. La partita di domenica dimostra che squadra è il Milan.”
Sul gol di Tonali e il suo peso: “Il gol in sé è interessante. Ovviamente ha un peso perché vale due punti, ma io voglio guardare a quello che c’è intorno a quella rete. Al Milan stava mancando il gol da dentro l’area e ne ha trovati due. In quel momento il Milan aveva dentro 4 attaccanti mentre il gol è arrivato da uno di quelli che avrebbero dovuto guardare dietro, quindi non era scontato che Tonali fosse lì in quel momento. Ha sentito l’importanza di quell’azione, e questo mi racconta anche che tipo di calciatore è. Inoltre la palla è arrivata da un recupero di Rebic e una sponda di Ibrahimovic, ovvero i due giocatori che stavano maggiormente mancando al Milan. Il loro impatto in questi due anni è stato fondamentale. Al momento non sono più titolari ma comunque erano le due riserve con cui tentare di vincere una partita che non stavi portando a casa. Dovevano mettere carattere, fisicità e lo hanno fatto. Queste sono le cose che mi racconta questo gol. Con quella rete il Milan ha illuminato una partita giocata con forza mentale, forza organizzativa da un punto di vista tattico e con qualità tecniche importanti. Con le ultime tre vittorie importanti della stagione, il derby, il Napoli e la Lazio ha legittimato il primo posto. Negli ultimi mesi gli scontri diretti li ha vinti tutti”
Sul calendario: “Non va guardato. Bisogna vedere il momento, non il nome delle squadre. Pensate solo che lo scorso anno tra la prima e la tredicesima a fine campionato c’erano 51 punti. Quest’anno ce ne sono 29. Ed effettivamente anche sul campo si vede che c’è meno differenza. Le più forti sono indubbiamente un po’ calate, ma secondo me sono migliorate molto quelle dietro. Se il campionato si livella si incoraggiano anche quelle dietro. Allenatori come Italiano, Juric, Cioffi, Dionisi hanno dato una mentalità di gioco a queste squadre. La serie A è cambiata e chi si ostina a guardare i calendari sembra non volerlo capire”
Sul momento della Fiorentina: “Sono partite diverse. A Torino ha giocato la partita che quest’anno alla Juve riesce meglio. C’è però da dire che è grazie a quel gioco che la Fiorentina è passata dall’essere una squadra da 40 punti al superare i 60. Mancavano inoltre Bonaventura e Torreira, e quello gli è costato tanto contro la Salernitana. Ieri invece ha semplicemente trovato una squadra che in questo momento ha un motore diverso. L’Udinese è tecnicamente sottovalutata e fisicamente fortissima. Attacca bene la profondità, quindi va a nozze contro una squadra come la Fiorentina che tende a concedertela. Senza Beto l’Udinese è difficile da prendere, attacca bene alle spalle dei difensori. E poi due esterni come Udogie e Molina non li hanno in molti in Serie A. Udogie deve essere un titolare in Nazionale, ne sono convinto.
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