In un editoriale sulle colonne della Gazzetta dello Sport, il giornalista Stefano Agresti ha paragonato le situazioni di Brozovic all’Inter e Leao al Milan.

“Molli, spenti, distratti. Svogliati magari no, i professionisti non possono permetterselo, ma la sensazione che trasmettono è proprio questa: che abbiano la testa da un’altra parte. Al prossimo campionato, in una città nuova; al prossimo contratto, con un club diverso”.
“Brozovic e Leao, calciatori diversi per età e storia personale, oltre che per ruolo e caratteristiche tecniche, a Milano hanno avuto percorsi che possono essere assimilati. Sono maturati lentamente, l’Inter e il Milan hanno dovuto attenderli, spesso difendendoli dalle perplessità che li hanno accompagnati nei primi anni della loro avventura italiana. Non erano continui, non erano costanti: una grande partita, poi il vuoto; una giocata determinante, quindi il nulla ed esibizioni sconcertanti. Qualcuno li riteneva mezzi giocatori, altri li giudicavano incapaci di sfruttare il rispettivo potenziale. A un certo punto, le loro vicende italiane hanno preso una piega differente: hanno trovato la posizione ideale in campo, si sono inseriti alla perfezione in squadre che funzionavano a meraviglia, ne sono diventati – uno in regia e l’altro sulla fascia – i gioielli, i protagonisti, i giocatori forse più importanti. E alla fine hanno conquistato, a distanza di dodici mesi, due scudetti esaltanti anche sul piano personale: Brozovic con l’inter, Leao con il Milan”.
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“Il linguaggio del corpo di Leao ha spesso raccontato il suo malessere. Nato quando, come e perché? Gradualmente, diremmo: dallo scudetto alle sconfitte (troppe) in campionato; dai gol alle giocate sbagliate; dalle fughe irresistibili sulla fascia alle corse frenate. I soldi, poi: tanti quelli che deve versare allo Sporting Lisbona a causa della rottura unilaterale del contratto; non altrettanti quelli che gli offre il Milan per rinnovare il legame. E anche lui, come Brozovic, alla fine si è allontanato da quel mondo che solo pochi mesi fa lo esaltava e al quale giurava amore. Tanto che, in assenza della firma che prolunghi il rapporto con il club rossonero, l’avventura di Rafa a Milano è destinata a esaurirsi”.
“Semplice definirli tradimenti. Legittimo chiamarle delusioni. Quando pensi di avere consacrato due campioni – e Inter e Milan hanno dato tantissimo a Brozovic e Leao — fa male vederli così: molli, spenti, distratti. Pronti alla fuga”.
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