Ariedo Braida ha rilasciato un’intervista uscita questa mattina sulle colonne del quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport nella giornata in cui il suo vecchio Milan sfida il Monza guidato dai suoi ex compagni al Milan Silvio Berlusconi e Adriano Galliani.

L’attuale direttore generale della Cremonese è un ex di tutte e due la squadre avendo vestito la maglia del Monza come attaccante nella squadra promossa in B nel 1976 e del Milan per una tournée con Rocco mentre poi da dirigente ha ricoperto il ruolo di d.s. del Monza e d.g./d.s del Milan (fino al 2013) lavorando da vero e proprio braccio destro di Galliani.
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La rosea ha stuzzicato Braida sul tifo nella partita di questo pomeriggio: «Non potete farmi subito la domanda difficile, non mettetemi in difficoltà. Io, se si gioca Milan-Monza, ho due cuori». Sui suoi sentimenti per il Milan, così Braida: «È il club che ha reso riconoscibile uno sconosciuto come me. Anche oggi mi fermano, qualcuno è convinto che lavori ancora per il Milan, altri parlano della squadra e dicono “noi”». Su Galliani il legame è indissolubile: «Abbiamo lavorato una vita insieme, ho visto crescere i suoi figli, siamo andati a cena un’infinità di volte. Mai riuscito a pagarne una», tanto da conoscerlo anche nei suoi aspetti privati «L’aspetto severo, a volte truce, nasconde un animo profondamente amorevole. Ha un cuore grande ed esprime le sue emozioni in modo irrefrenabile perché il calcio è la sua vita. È sempre stato così».
Sulla vita professionale di Galliani, la Gazzetta dello Sport ha domandato a Braida quando lo ha visto più felice: «Tante volte, mai come a Perugia nel 1999. Quel nostro abbraccio resta storico». Così invece sulla trattativa per l’acquisto di Rivaldo: «Una volta sono andato in Brasile per prendere Rivaldo. L’ho chiamato: “È dura, ci sono difficoltà”. E lui. “Portiamolo a casa e basta”. Ho risposto quasi come Garibaldi: “Agli ordini”».
Braida ha parlato anche di quando è stato più vicino al presidente Berlusconi: «Una volta mi chiamò, prima del Natale ‘98. Mi disse che il Milan andava male, espresse disapprovazione. Non sapevo che cosa dire e provai così: “Dottore guardi, lei ha ragione ma è Natale, è presto, i conti facciamoli alla fine”. È andata bene: vincemmo il campionato. Il mio rapporto più stretto però era con Galliani, sono stato anche il suo centravanti. Una volta, per un mio gol alla Juve in Coppa Italia col Monza, quasi cadeva dalla tribuna per esultare».
Infine, Braida si è esposto così su De Ketelaere : «Mi pare che De Ketelaere abbia tante qualità, soprattutto guarda avanti, vede la profondità, che nel calcio è la cosa più difficile. E Pioli è bravo, ha qualcosa di Ancelotti in chiave moderna».
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