Per spiegare cosa sta succedendo oggi nel mondo del calcio, Regragui ha preso come esempio il caso Brahim Diaz. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il CT del Marocco Walid Regragui, autore di un Mondiale incredibile, ha parlato del bi-nazionalismo, tema importante di cui si è parlato tanto negli ultimi giorni dopo l’arrivo di Mateo Retegui nella Nazionale Italiana.

Come si vive con la doppia nazionalità? L’esempio di Brahim Diaz
«Dipende. Io sono stato tra i primi e ho vissuto certe perplessità sulla mia pelle: se si vince sei marocchino, se si perde sei francese. Io ai ragazzi ho chiesto solo decisione e determinazione: fino ai 20 anni li lascio liberi di provare altre nazionali, poi però al momento del matrimonio la decisione dev’essere presa con consapevolezza, perché è una scelta per la vita. Prendiamo il caso di Brahim Diaz. L’ho incontrato, ci siamo presi un caffè e abbiamo parlato bene e a lungo. Ha il papà marocchino e la mamma spagnola, un’identità ancora più mista. È cresciuto in Spagna e nelle nazionali giovanili spagnole, ha debuttato con la Spagna. Al momento non è nemmeno diviso, si sente spagnolo. Ha tutto il mio rispetto. Gli ho solo detto che quando questa sua riflessione sarà finita se vorrà venire da noi le porte per lui sono aperte, ma al momento non c’è discussione».
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Al Mondiale ha portato tre italiani, partiamo da Soufiane Amrabat.
«Un giocatore fortissimo e sono contento che grazie al Mondiale il suo valore sia stato riconosciuto universalmente. Senza il Mondiale poteva rischiare di passare al lato della gloria. Grande cuore, atleticamente un mostro, sa fare tutto. Ci ha messo un po’, ma ha finalmente capito qual è il suo ruolo, quali sono le sue reali possibilità e capacità».
Walid Cheddira.
«Il suo è un profilo raro che apprezzo molto: non è cresciuto in un centro di formazione, è un tipo fresco, crudo, un po’ come Totò Schillaci a Italia 90. Viene da un calcio che amo, quello della strada. Ha vissuto una Coppa del Mondo partendo dalla Serie B, ha segnato, è stato importante. Deve continuare a lavorare, spero che il Bari sia promosso e che vada in Serie A per continuare a progredire. Ha qualità differenti, non è formattato come tanti giocatori del giorno d’oggi. E la cosa l’aiuta».
Abdelhamid Sabiri.
«Un giocatore di grande talento che non è ancora esploso, un po’ come Amrabat qualche tempo fa. Deve ancora lavorare a livello mentale, perché ha tutto: grosso, forte, tecnico, gran tiro. È ciò che gli ho detto in questi giorni: capisco le sue difficoltà alla Sampdoria ma deve crescere come è cresciuto Amrabat alla Fiorentina, perché può esplodere. Il rigore tecnico del campionato italiano gli fa bene: a me i giocatori che arrivano dalla Serie A piacciono molto perché portano un’identità tattica differente a quella degli altri campionati».
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