L’ex bomber tedesco e campione d’Italia col Milan Oliver Bierhoff ha parlato dei rossoneri di Stefano Pioli alla Gazzetta dello Sport.
Quest’anno il Milan ha due nove: Giroud, preso come riserva di Ibrahimovic, adesso ha avuto un impatto importante sull’andamento della squadra. Si aspettava avesse successo in Italia?
“Sì, perché è un giocatore con grande esperienza, con qualità in area, si sa muovere, segna. Il calcio italiano lo aiuta: è più tattico e più organizzato ma meno veloce rispetto a Inghilterra o Francia dove ci vuole più freschezza fisica, più velocità. Anche io ne ho approfittato, lo ammetto: sono convinto che non avrei fatto altrettanto bene in Inghilterra o in Germania. Si sviluppano altri spazi, altri movimenti. Il vostro calcio ama il sistema, chiamiamolo così, e da tradizione si apprezza la punta centrale. Si sapeva e si sa ancora come metterla bene in azione.”
Prima della sfida di Coppa Italia, i due gol del francese nel derby di campionato hanno riaperto il torneo. Sensazioni?
“E’ stato un segnale. Poi segnare in un derby è bellissimo, ha risvegliato questa lotta ora molto incerta per lo scudetto.”
Avere due senatori come Ibra e Giroud in attacco era una scommessa: il suo amico Maldini l’ha vinta?
“Sì, complimenti alla sua scelta. Sono contento per Paolo che il Milan stia andando bene. I tempi sono cambiati: quando giocavo io c’era il titolare o la riserva, ruoli quasi fissi. Adesso invece con tutti gli impegni e le partite c’è spazio per tutti.”
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Funziona sempre, con le nuove generazioni di calciatori iper assistiti, il ruolo di grande vecchio dello spogliatoio tipo Ibra?
“Sì, i rapporti sono diversi, ma più dell’età serve personalità per dare qualcosa al gruppo. Non si trovano facilmente giocatori che hanno l’esperienza o forse anche la qualità di guidare una squadra. Oggi i ragazzi son più individuali, stanno ognuno per sé, per questo i tipi che riuniscono il gruppo e lo portano in una certa direzione sono importanti. Però non funziona se sei vecchio e non dai certe prestazioni, ma cerchi soltanto di difendere il tuo territorio o di rivendicare diritti.”
Quali devono essere le caratteristiche che non fanno sembrare troppo stagionato un attaccante in là con l’età?
“Muoversi negli spazi, avere sempre lo sguardo per il gol e una forza fisica negli spazi brevi più che in quelli lunghi. All’Europeo osservavo Ronaldo: non ha corso tantissimo, ma sapeva quando doveva andare e quando andava era sempre in zona gol. E’ questa la forza di un giocatore con esperienza: sapere quando può o deve osare. Dare efficienza quando si muove.”
Ha un ricordo particolare del derby di Milano?
“Quando ho segnato nel 2001 finì 2-2. Però del derby non ti ricordi di più il risultato, ma l’ambiente. Era tutto bellissimo, il casino dello stadio, la tensione precedente. Questo mi rimane per sempre.”
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photocredits: acmilan.com