In un’editoriale sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti ha analizzato l’importanza di Franco Baresi in questo Milan tutto nuovo
Interessante editoriale firmato da Alberto Cerruti nell’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport. Il giornalista ha analizzato il nuovo Milan sempre meno italiano dopo l’importante campagna acquisti di questa estate. 6, quasi 7, i nuovi innesti dei rossoneri, tutti stranieri. In questa nuova situazione sempre più varia di lingue e culture, Pioli dovrà essere bravo a trovare uno stile “universale” di comunicazione. Ma non sarà da solo: in un Milan sempre più “multinazionale”, sarà fondamentale il ruolo dello storico capitano e vicepresidente onorario Franco Baresi.

“Il nuovo Milan è sempre più straniero e sempre meno italiano”
“Il tempo dirà se a Stefano Pioli è stata affidata una squadra più forte, come si augurava, in grado di competere sia in campionato sia in Champions League. In attesa dei risultati del campo esiste soltanto una certezza: il nuovo Milan è sempre più straniero e sempre meno italiano. Partito il lodigiano Sandro Tonali, che sembrava l’ideale “capitan futuro”, tra i titolari è rimasto soltanto il capitano del passato e del presente, il bresciano Davide Calabria, che frequenta Milanello da quando aveva undici anni, quindici meno di adesso. Attorno a lui sono arrivati l’inglese Loftus-Cheek, l’americano Pulisic, l’olandese Reijnders, l’argentino Romero, subito in gol nell’amichevole contro il Real Madrid, e lo svizzero Okafor“.
“Tanti nomi e tante lingue nuove da aggiungere ai francesi Maignan, Hernandez e Giroud, all’inglese Tomori, al tedesco Thiaw, al bosniaco Krunic, al portoghese Leao e all’algerino Bennacer quando sarà pronto. Una multinazionale che sembra una rappresentativa dell’Onu più che una squadra italiana, in cui Pioli dovrà trovare un equilibrio a livello di comunicazione nello spogliatoio, prima ancora di quello tattico in campo. Nessuna sorpresa, purtroppo, perché il caso del Milan fa parte della regola e non dell’eccezione, ma con una differenza rispetto ad altre squadre. Il Milan, infatti, ha una storia che pesa, grazie ai suoi successi internazionali del passato, non certo grazie a chi è arrivato dopo Berlusconi, Galliani e Braida. E il significato della storia del Milan deve essere in qualche modo trasmesso a chi indossa la maglia rossonera“.
“Nessuno meglio di Baresi può dare un consiglio prezioso ai tanti stranieri sbarcati a Milanello”
“Per questo, dopo l’addio a Paolo Maldini, sarà ancora più importante la presenza di Franco Baresi, al di là del suo ruolo di vicepresidente onorario. È lui, infatti, lo storico “capitano”, l’unico che ha accettato di giocare non uno ma due anni in serie B, passando dai campi sconosciuti della Mitropa Cup ai trionfi in Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale, con un attaccamento ai colori rossoneri che non teme confronti, perché nessuno è nel Milan da quasi mezzo secolo come lui. Il destino ha voluto che Baresi incominciasse la nuova stagione al seguito di Calabria e compagni, a Pasadena, sullo stesso campo dove pianse di rabbia per il titolo mondiale perso dalla Nazionale contro il Brasile”.
“Come in quel pomeriggio del 17 luglio 1994, anche domenica al suo fianco c’era Daniele Massaro, conosciuto in occasione di un altro Mondiale vinto nel 1982 in Spagna dall’Italia di Bearzot. Poi compagni anche nel Milan dal 1986, i due sono inseparabili ambasciatori del club rossonero, presenze discrete anche a Milanello come nuovi alleati di Pioli: Massaro con la sua simpatia, Baresi con i suoi sorrisi che accompagnano poche ma sempre ascoltatissime parole. Nessuno meglio del “capitano”, quindi, può dare un consiglio prezioso ai tanti stranieri sbarcati a Milanello, anche se a lui spesso è bastato uno sguardo, o un’occhiataccia, per riprendere compagni meno giovani di lui quando guidava la difesa. Perché Baresi è sempre stato e sempre sarà il Milan, perfetto anello di congiunzione tra un passato di successi e un futuro da scoprire“.
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