Oggi abbiamo iniziato la settimana con il piede giusto e per la prima trasmissione di giornata, “Lunch Press”, abbiamo avuto come ospite, l’ex capitano del Milan Massimo Ambrosini.

Dall’attualità rossonera ai ricordi sul suo brillante passato, ecco le sue parole:
Tonali sta avendo un avvio in linea con la sua età che si scontra però con le aspettative che si erano create
“Tonali è un ragazzo forte, tecnicamente ha qualcosa in più anche nel modo di toccare il pallone, però è giovane. Arrivare con la responsabilità di essere tifoso gli ha dato forse una non leggerezza iniziale, che giocava con un po’ di peso. Pian piano se la stava scrollando di dosso, Lille a parte, che è stata una partita negativa per tutti, stava iniziando a prendere un po’ più di confidenza col ruolo. Poi chiaramente, la situazione è strana per tutti, in più emergere quando sai di non essere titolare, perchè se c’è una certezza in una squadra sono i due centrocampisti centrali, e sai che hai solo quella mezzora, non è facile. Sandro va aspettato e seguito nella crescita, va considerato un investimento a lungo termine e vedrete che mostrerà a breve le sue qualità. In questo momento il suo ruolo è essere un’alternativa, Kessie e Bennacer sono forti, continui, compatibili, quindi difficile pensare che il suo apporto possa essere continuo. Può dare un’alternativa a partita in corso, a Udine aveva fatto bene. In più ricordiamo che ha avuto anche problemi fisici lo scorso anno, quindi va aspettato assolutamente con fiducia“
Pobega ti piace? Può essere il quarto centrocampista del Milan per completare la rosa?
“Lo conosco ma non benissimo quindi ti darei un giudizio parziale. Mi sembra pronto dal punto di vista fisico e atletico per certi palcoscenici, ma va osservato. È complicato valutare il percorso di un ragazzo giovane, in questo momento le basi della valutazione devono essere anche fisiche e da quel punto di vista la base c’è“
Cosa si prova quando si esce da San Siro dopo un’impresa come Milan-Manchester 3-0?
“A San Siro prima di Milan-Manchester ero già emozionato durante il riscaldamento, c’era un clima sugli spalti indescrivibile, da pelle d’oca, come ho adesso. Quando entro a San Siro per i concerti, mi guardo attorno e pensando che abbiamo giocato lì per tanti anni ho la fortuna di riuscire ad apprezzare ancora questo, giocare in quello stadio pieno con una squadra forte è un qualcosa che non va mai dato per scontato. Ci portiamo dentro tutto questo, io e i miei compagni, San Siro è speciale“
Che idea ti sei fatto della situazione di Calhanoglu?
“Ho sempre difeso Calhanoglu perchè pur non conoscendolo vedevo che su impegno e applicazione non mancava mai, la società ha fatto bene a puntare su di lui, anche quando le cose non andavano bene e infatti adesso sta raccogliendo i frutti. Se chiede tanto per il rinnovo non lo so, però per me ha un senso tecnico provare a tenere un giocatore di quel tipo“
Qual è il giocatore che è cresciuto di più dopo il lockdown?
“Calabria ha raggiunto una costanza di rendimento che aveva avuto solo nel periodo in cui Rino era allenatore del Milan, poi si era perso e aveva anche perso il posto. Kjear il rendimento buono l’ha avuto sempre, Theo anche, Kessie invece è diventato ancora più fondamentale“
Quanto un centrocampista riesce a beneficiare degli spazi di Zlatan?
“Per ora li stanno sfruttando molto anche i trequartisti dietro di lui, stanno imparando col tempo a giocare in funzione sua e se capisci come è lui ti viene proprio bene andare a sfruttare quello che fa lui“
Quanto pesa la fascia da capitano del Milan?
“Ereditare la fascia da Paolo Maldini è stato un onore enorme, ma un onere ancora superiore. Devi partire sempre con la certezza che non potrai mai raggiungere quel livello di carisma, personalità e prestazione. Se il termine di paragone per un capitano del Milan è sempre col passato difficilmente andrà a vincere, però è anche giusto che ogni capitano si metta in gioco continuamente e ambisca ad essere migliore rispetto al se stesso di prima. Carisma e personalità non li acquisti al mercato ma ognuno deve sentirsi stimolato a far qualcosa in più e a capire fin dove la sua personalità lo può portare. È giusto che Romagnoli continui a volere sempre di più da se stesso, ma non dimentichiamoci che da 5-6 anni Alessio sta dando garanzie a livello di costanza e rendimento“
Per rivedere la puntata integrale clicca qui
Beatrice Sarti