L’attaccante del momento, Gianluca Scamacca, si racconta sulle colonne del Corriere dello Sport, tra la Nazionale e il mercato estivo.

Sui playoff Mondiali
«Sappiamo tutti che è un momento importante, bisogna essere concentrati e dare tutto, per l’Italia e gli italiani. Tutti daremo il massimo per portare l’Italia al Mondiale. Gli spareggi bisogna vincerli per forza».
Su Roberto Mancini
«Mi sono trovato benissimo nelle prime convocazioni, sono stato accolto come in una famiglia. E’ un gruppo compatto, si è visto soprattutto all’Europeo».
Su Alessio Dionisi
«Il mister ha grandi meriti, mi ha dimostrato fiducia sin dall’inizio e mi ha messo subito nelle condizioni di esprimermi al meglio, è bravo a mettermi a mio agio, a Sassuolo ho trovato un ambiente unico».
Sul rapporto con Frattesi
«Io e Davide, siamo praticamente due fratelli. Ci siamo sempre rincorsi, due destini che si sono incrociati sin da bambini. Per me averlo in squadra è un punto di riferimento, un valore aggiunto. Giochiamo insieme da sempre e in campo si vede».
Sulla possibilità di diventare capocannoniere
«Immobile è irraggiungibile, io penso a dare il massimo per la mia squadra, per crescere e migliorare senza pormi limiti».
Su Zlatan Ibrahimovic
«Lui è un campione, essere avvicinato a un campione del genere fa solo piacere. Ma io ho la mia strada, il mio modo di giocare».
Sui pochi cartellini ricevuti
«Penso che litigare sia una perdita di energie. Riesco a controllarmi e penso solo ad aiutare la squadra».
Sulla Roma
«Ho un bel ricordo, Roma è casa mia. La Roma è stata un pezzo del mio percorso e della mia storia, conservo bei ricordi di momenti che ho vissuto lì. Non ho rimpianti però, assolutamente. Ho preso una strada diversa, sono contento di quello che ho fatto. Andare via non è stato facile, ma ho sempre avuto le idee ben chiare, ho sempre seguito il mio istinto e la mia testa: sono convinto di aver fatto le scelte giuste».
Sul suo idolo.
«Da piccolo non avevo idoli, guardavo le partite e sono cresciuto con il sogno di essere lì, da protagonista. Tante volte ho fatto il raccattapalle. Ero all’Olimpico nella finale di Coppa Italia vinta dalla Lazio. Ero dietro la porta della Roma. Quando segnò Lulic ci fu così tanto casino che mi facevano male le orecchie».
Sull’interesse di Inter e Juve
«Non ci penso, non mi sono mai dato limiti. Quando ci sarà da decidere seguirò il cuore. Sono andato all’estero una volta e non mi spaventa rifare quella scelta. Le voci di interessamento di grandi club fanno piacere, sono uno stimolo. Ma non seguo troppo il calciomercato, certe situazioni non si concretizzano in fretta».
Sul Sassuolo in Europa
«Il Sassuolo è una società ambiziosa, solida. È imprevedibile, non si può sapere dove potrà arrivare. È una sorpresa».
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Sulla Nazionale Italiana
«Abbiamo l’onore di giocare per il nostro Paese. E’ un motivo di orgoglio. Queste partite sono emozionanti».
Sul Portogallo
«Solo noi possiamo limitarci. L’Italia ha dimostrato di essere una squadra forte, se la può giocare con tutti. Dipenderà molto da noi, l’avversario conta fino a un certo punto. Siamo l’Italia».
Sulla vittoria a San Siro contro l’Inter
«Non so se la migliore in assoluto, ma una delle migliori. Vincere a San Siro è sempre una bella impresa. Siamo orgogliosi di quella vittoria, in uno stadio dove hanno giocato tanti grandi campioni, contro una squadra che è tra le migliori».
Sull’arrivo tardivo in Serie A.
«Evidentemente non ero pronto e ho fatto un percorso e cui ci ho messo qualche stagione in più a maturare».
Il suo punto di forza.
«Il tiro, anche di testa me la cavo, ma non è che ho fatto tanti gol».
Il difensore più forte
«Quest’anno Bremer del Torino».
Il portiere più forte
«No, dico che il più forte è Consigli, uno dei pochissimi italiani tra le prime dieci squadre in classifica».
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