Intervistato dal giornalista Christophe Fraken sul portale belga dhnet.be, Alexis Saelemaekers si è raccontato a tutto tondo tra il suo processo di crescita, il rapporto coi tifosi e quello con i compagni di squadra.

Sul processo di crescita al Milan: quando si capisce di essere diventati “grandi”?
“È un insieme di cose. Quando giochi in grandi competizioni come la Champions League sei costretto a crescere molto velocemente: non hai la possibilità di commettere errori. All’Anderlecht ero un figlio del club e mi sono stati trasmessi alcuni peccati di gioventù. Adesso anche nella mia vita privata sono cambiate molte cose… mi ha aiutato molto nella vita quotidiana”
Saelemaekers sulle prestazioni della squadra: a cosa è stato dovuto il crollo?
“Il Mondiale è stato sicuramente un fattore. Abbiamo recuperato i giocatori in ritardo nella preparazione e abbiamo giocato la maggior parte delle amichevoli con una squadra lontana da quelli che sono i nostri standard. Abbiamo perso quasi tutte le partite: questo ci è entrato nella testa e siamo tornati in campionato con una visione delle cose negativa. Ora dobbiamo rialzarci e giocare ogni partita al massimo, nulla è ancora perduto in questa stagione”.
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Sull’errore commesso nel 2021 contro la Juventus e sulle conseguenze
“Il momento più difficile l’ho avuto dopo l’errore che ci costò un gol di Morata contro la Juventus… Ma tutti i tifosi mi hanno sostenuto. Non è facile quando 200.000 persone ti mandano messaggi di odio sui social, rimanere mentalmente forti è difficile in momenti come questo. Questo comunque dimostra quanto i tifosi amino il club… E anche quanto amino me, perché da me vogliono sempre il meglio. Ho imparato la lezione: non si commette più lo stesso errore. Sicuramente i tifosi hanno una responsabilità in questo processo di apprendimento”.
Sul golf: è vero che ti aiuta?
“Sì, è vero, è uno sport che mi tranquillizza. Quando arrivo sul campo da golf, stacco da tutte le pressioni. Devi essere molto concentrato e a volte questo è ciò che mi manca quando sono sul campo da calcio. Mi sta aiutando a crescere anche come calciatore”.
Saelemaekers sul compagno di squadra Charles De Ketelaere
“Quando arrivi in squadra e vivi subito un momento difficile i tifosi iniziano a criticarti. È successo anche a me all’inizio, e sono sicuro che Charles ne uscirà rafforzato. Non sono preoccupato per lui: si vede che ha tutte le qualità per rendere a massimi livelli. Acquisterà fiducia e si farà strada pian piano. Presto vedremo il grande Charles, quello che tutti abbiamo conosciuto in Belgio”.
Su Divock Origi e Aster Vranckx
“A differenza mia, che sono arrivato in un momento in cui il Milan non stava benissimo, loro sono arrivati in una squadra campione in carica, un gruppo ben rodato. Di conseguenza è più difficile inserirsi. Quando sono arrivato nel gennaio 2020 c’era ovviamente più spazio. Ma sono convinto che come Charles anche Divock e Aster si adatteranno al calcio italiano, che ha tutte le sue peculiarità. Cerco di aiutarli quotidianamente: ho aiutato Charles a trovare il suo appartamento, per esempio. Il consiglio più grande che gli do sempre è quello di imparare l’italiano il prima possibile, perché qui si fa tutto in questa lingua. Il problema è che nello spogliatoio c’è un grande gruppo di una decina di persone che parlano francese… se questo fosse successo quando sono arrivato, forse non parlerei ancora l’italiano”.
Saelemaekers sul suo ruolo negli schemi del Milan: tra l’equilibrio e… i gol
“Devo dare equilibrio alla squadra e ho molti compiti difensivi. Faccio molte corse e non è sempre facile avere le energie per l’ultimo movimento, per l’ultimo passaggio o per fare gol. Sulla questione della lucidità lavoro tanto in allenamento, anche se so che l’allenatore è contento del mio contributo. La mia mentalità è quella di voler sempre aiutare la squadra, non mi interessa se si nota o meno da fuori. Finché vinceremo e finché all’allenatore piacerà, continuerò a farlo”.
Saelemaekers su Olivier Giroud
“Lo guardo spesso in allenamento: è impressionante vedere come mantiene la calma quando si trova davanti alla porta. Anche se abbiamo ruoli diversi in campo cerco di imparare il più possibile da lui. A volte lo prendo in giro dicendo che alla mia età giocava ancora nelle leghe minori del calcio francese, ma ho un immenso rispetto per quello che ha fatto durante tutta la sua carriera. Ha sempre creduto in se stesso anche quando molti dubitavano di lui… ed è diventato il capocannoniere della storia della Francia. Ancora troppo spesso viene denigrato e questo mi rattrista. Adesso posso dire che per me è diventato un vero amico: è una bella persona, una persona molto umile. Abbiamo anche trascorso parte delle vacanze insieme. Anche la nostra fede ci avvicina, parliamo regolarmente di religione. Olivier è importante per me, mi aiuta quotidianamente”.
Sulla competizione sulla fascia destra con Junior Messias
“Per l’allenatore è importante avere due giocatori competitivi che possano dare una spinta alla squadra in modi diversi. All’inizio è difficile da accettare, ma l’allenatore ti spiega perché non giochi quasi mai tutti i 90 minuti. Io e Junior Messias ci rispettiamo. Lui è molto più riservato di me: non parla molto, anche con il resto del gruppo. Ma a Milano siamo una famiglia, una famiglia dove non c’è tensione o odio”.
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